Sarebbe sufficiente portare ognuno al massimo livello consentito dalla sua dotazione, ma per ottenerlo occorre liberarsi di condizioni che pesano sulla formazione.
Prima di tutto, evitare gli errori, poiché le premesse della vita adulta iniziano nella prima infanzia, e uno sport che non ne tiene conto soffoca e non lascia esprimere le qualità del giovane, o le fa andare incontro a sviluppi non compatibili con una corretta formazione.
Ciò che vogliamo fare si può sintetizzare in due obiettivi.
Preparare uno sportivo moderno e pronto a vivere le potenzialità formative dello sport e a portarle nell'ambiente poiché, se vogliamo che il nostro lavoro abbia anche uno scopo educativo, non ci possiamo accontentare della vittoria soltanto nello sport.
E scoprire e sviluppare tutte le risorse dell'allievo, per ottenere quanto è possibile e portarlo a utilizzarle come tratto del carattere e in qualsiasi altro campo. Questo è un compito particolarmente delicato, poiché molti degli interventi che si effettuano per formare troppo presto lo sportivo "adulto" che sa affrontare un agonismo subito vincente sono le cause di un individuo non in grado di amministrarsi da solo, che non impara tutto ciò che riguarda la propria funzionalità e i propri compiti e, di conseguenza, non saprà vincere quando la vittoria sarà l'obiettivo vero dello sport.
A questo punto, è chiaro che lo sport è un potente strumento educativo solo da sfruttare. Allena all'autonomia, alla libertà, all'iniziativa e alla responsabilizzazione, perché stabilisce regole dentro le quali permette di esercitare tutta la creatività e iniziativa, e pretende che siano sempre rispettate e nessuno si possa sottrarre ai compiti e ai doveri che gli spettano. impone regole e compiti comuni e non eludibili e rispetto per lo sport e per l'avversario sviluppa la responsabilità, la socializzazione e l'abitudine a cooperare, che diventano collettivo, la condizione in cui ognuno porta contributi e si sa mettere al servizio degli altri. Pone come tratti essenziali del rapporto la stima, la partecipazione, la risposta ai rispettivi contributi, lo scambio paritario, il rispetto, la disponibilità e un'affettività controllata, ma sempre presente.
Allena al coraggio e all'iniziativa, cioè a mettersi alla prova anche quando è possibile andare incontro a una sconfitta o a uno svantaggio personale, e a tentare anche quando gli sforzi possono sembrare inutili. E allena alla sua forma forse più evoluta, che è il saper cercare, ammettere e correggere i propri errori. Il coraggio, infatti, non è solo un comportamento genericamente attivo, ma la capacità di ottemperare ai compiti fondamentali della vita anche quando si può andare incontro a uno svantaggio o, come spesso avviene, al rischio di un giudizio.
Abitua a pensare, valutare e proporre, poiché chiede e permette a ognuno di portare i propri contributi d'idee e d'iniziative.
Chiama il genitore a partecipare, ma intanto gli offre tutti gli strumenti e le conoscenze perché si trasformi in uno stimolo positivo.