Definire il rapporto senza infiorarlo di aggettivi zuccherosi e buone intenzioni è difficile, e allora descriviamolo semplicemente come confidenza, libertà di esprimersi, naturalezza nel fare insieme e scambiarsi contributi e consapevolezza di essere capiti e accettati.
La specializzazione precoce. Seconda parte
Il bambino nasce incompleto e imperfetto, e ha bisogno di arrivare alla padronanza e all’armonia del corpo e del movimento per acquisire il gesto tecnico e al pensiero astratto per capire che cosa ne dovrà fare.
La specializzazione precoce. Prima parte
La specializzazione precoce è quella che s’impone a un bambino, che vede e pensa solo ciò che è presente e non ha ancora le strutture per imparare, ragionare e fare come l'adulto. E deve ancora scoprire le qualità e facoltà fisiche e mentali necessarie che, prima dei dieci, undici anni, si rivelano nel gioco libero attraverso sperimentazioni ed errori.
FAMIGLIA, SCUOLA E SPORT: la collaborazione
È innegabile che le tre agenzie lavorino per lo sviluppo dei giovani, ma senza metodi e obiettivi comuni è più facile che si giochino contro.
L'arte di formare allo sport e alla vita adulta
Si potrebbe dire che il cammino verso la vita adulta inizi dalla nascita, ma è pericoloso imporlo, o anche soltanto proporlo, senza conoscere le fasi dello sviluppo, gli effetti dei propri interventi e l’intesa che porta gli allievi a partecipare alla propria formazione.
È difficile insegnare al talento?
Il talento assimila meglio ciò che capiscono tutti, ma la formazione è crescita della persona, e non sola trasmissione di dati e informazioni già digerite.
Dire come fare non basta
Lo sportivo che non impara a esercitare creatività, ingegno e iniziativa personale potrà diventare un buon esecutore, ma non raggiungerà lo sviluppo pieno del proprio talento.