Formazione

Al talento, nello sport e ovunque, non si chiede di essere un tipo particolare, ma una persona normale, in particolare che dia garanzia di non avere sempre bisogno di essere chiamato a essere costruttivo. Non si parla di talenti che abbiano tutte queste virtù e qualità, ma di un istruttore che sappia portare in questa direzione quelli già orientati o, almeno, di non provarci con quelli che mostrano di essere incorreggibili.

Il discorso interessa poco lo sport per tutti, dove si chiama talento chi è soltanto più abile degli altri, ma lo sport di vertice, dove se ne preparano tanti per il collettivo.

Che cosa chiede l’istruttore al talento

Accertato che ogni talento tecnicamente si differenzia da tutti, e in questo settore va trattato in modo specifico, si parla soltanto di caratteri della persona. È un tipo che non fatica a essere coerente, perché gioca la parte che conosce e pratica. Dà sempre risposte adeguate e sullo stesso tono qualsiasi cosa faccia o posizione in cui si trovi. Sa che ognuno è modello e per gli altri, ma si prende lo spazio per essere come tutti.

Sa mettersi alla pari con tutti, essere sempre disponibile e stare nelle regole comuni, anche se non è mai servile, perché collaborare non significa asservirsi, ma imparare da tutti, sommare i contributi e trovare strumenti comuni per raggiungere gli obiettivi.  Rispetta le opinioni degli altri e pretende che rispettino le sue, e fa insieme con tutti, ma non vuole costringere nessuno. Non nasconde le verità anche amare senza paura di ferire perché riconosce e non cerca di sminuire i meriti degli altri. Sa conciliare il vantaggio personale con quello collettivo, e non si sente sminuito quando rischia un insuccesso se va in soccorso di un compagno.

Sbaglia anche, perché avventurarsi su terreni sconosciuti è indispensabile per arrivare alle qualità personali, ma espone all’errore. Assume, però, la responsabilità dei propri comportamenti e ammette e corregge gli errori, anche se in questo caso sono semplicemente tentativi da affinare. Se sbaglia, non è colpa degli altri e non si bastona, ma si corregge e ci riprova: non si esalta se riesce né si abbatte se sbaglia, ma è contento e va oltre, oppure ci riprova e rimedia.

Continua a voler conoscere e sapere. Come avviene per chi ha più facilità degli altri a imparare, buona memoria, perché è meno assillato da dubbi, e mezzi più adatti per mettere in pratica, è curioso e vuole saper fin dove si può spingere con i suoi tentativi. Ascolta, perché deve migliorare: crede nelle proprie idee, ma è sempre aperto a quelle degli altri.

Con il tempo, però, il confronto con altri altrettanto donati e l’aumento delle difficoltà a immagazzinare conoscenze sempre più complesse, si deve ridimensionare e può avere un momento di sconforto, ma si rende abbastanza rapidamente conto che gli basta aumentare l’impegno.

Si valorizza con ciò che fa, e non cercando di svalorizzare gli altri o di magnificare anche ciò che riesce appena a immaginare, Si presenta senza finzioni o esibizionismi. È naturale e padrone di sé, non costruito o artefatto. La conta sempre giusta, perché si fa apprezzare per ciò che pensa e fa. È affidabile e coerente, vive e agisce in armonia con ciò che sa e pensa. Per le proprie idee è anche pronto a rimetterci, e di ciò che fa, risponde prima a se stesso che agli altri. Non deve mai recitare una lezione e non ha maschere o camuffamenti con gli altri, ma soprattutto con se stesso. Se decide, non torna indietro, e non manipola la verità per adattarla a se stesso.

Sa che cosa vuole: non gli piace vivere senza obiettivi, ma non insegue illusioni. Sa dove vuole arrivare, ma è sempre pronto a ridimensionarsi o a spostare in avanti i limiti. E se decide di fare una cosa, la fa bene e fino in fondo, e mantiene ogni impegno assunto senza dover essere richiamato o costretto.

Essersi dilungati su tanti particolari può far pensare alla formazione nello sport come a un compito troppo complicato, ma se un giovane è autonomo e comanda a se stesso, sarà coerente con tutti e non avrà mai bisogno di qualcuno che pensi e decida per lui. E non è un tipo particolare e diverso da tutti, ma è ciò che la logica vorrebbe vedere in ognuno.

Vincenzo Prunelli

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