Il binomio donne e sport non è appropriato, visto che la percentuale di donne che pratica sport non è alto.
Sempre più spesso vediamo in televisione partite di calcio, ma ovviamente tutto al maschile, quante volte sarà capitato di vedere sport al femminile, beh mai, o meglio solo qualche partita di pallavolo di serie A.
Allora, bisogna riflettere del come mai le donne non arrivano a praticare sport ad alti livelli o come mai non si vedono in Tv altri sport dove magari la percentuale femminile è più alta?
Dobbiamo andare con ordine: le donne che sono sempre attive praticano sport ma quello del tipo "voglio dimagrire e vado in palestra", oppure se praticano un certo sport fin da piccolissime con bravi allenatori (maschi) e si rendono conto che sono particolarmente tagliate per fare le atlete in questa situazione qualcosa cambia ma fino all’età che dobbiamo decidere, come in tutto del resto, se fare le madri o le atlete.
Grandi atlete di oggi sono madri, mogli e atlete come Fiona May, Daniela Ceccarelli (sci), Josefa Idem (kayak), Barbara Fusar Poli (pattinaggio artistico), Isolde Kostner (sci), Tan Wenling Monfardini (tennis-tavolo), Giovanna Trillini (scherma) e Valentina Vezzali (scherma).
Questi casi sono pochi e rari, perché da parte delle donne bisogna avere una grande capacità organizzativa e una grande forza d’animo. Lo sport arrivato a un certo livello è un lavoro che come tutti gli altri costa impegno, determinazione e tanta fatica. Per le donne vi è una fatica in più, perché ad esempio dopo il parto, la struttura psicofisica cambia notevolmente ed è anche questa una ragione in più perché un allenatore nello scegliere di seguire un atleta maschio anziché una femmina preferisce il primo.
Lo sport in tv è solo calcio, come se gli altri sport non esistessero, perché è considerato uno sport nazionale, nonostante che in questi tempi è diventato diseducativo. Una soluzione potrebbe essere quella di dare spazio calibrando in modo appropriato la durata delle partite. La soluzione avrebbe i suoi risultati di cui sicuramente anche le donne si gioverebbero, perché si trasmetterebbero sport di prevalenza femminile come la ritmica, la danza, la pallavolo.
Il cammino è ancora lungo e tortuoso ma noi atlete cercheremo di provarci.
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