Bel quesito, se non fosse che uno sportivo non autonomo, non responsabile, non pronto al nuovo e a cambiare, ossia non educato, resta sempre uno sportivo incompiuto.
Un visitatore del sito scrive: “Mi sembra palese la necessità di supportare gli allenatori nel percorso di crescita e formazione dei giovani calciatori, ma la necessità di curare le performance supera notevolmente la necessità di lavorare sugli aspetti educativi. Mi sembra un po’ un mondo ideale quello di cui stiamo parlando, non trovi”?
Mi scuso e cerco di spiegarmi meglio. Che cosa è l’educazione? Certo, le buone maniere, il rispetto, la disponibilità, l’osservanza di principi morali e tutto ciò che si fa per non vivere solo per se stessi fanno parte dell’educazione e non se ne può fare a meno. Ha però anche un altro significato, che è portare ognuno al livello che gli è consentito, e nello sport formare la persona, che è essenziale per avere la performance possibile. E il modo non è solo lavorare sull’atleta per passarlo all’allenatore, ma lavorare con entrambi per formare lo sportivo e la persona. In senso ampio, è un processo di formazione dell’individuo che inizia alla nascita e procede per tutta la vita con la collaborazione di famiglia, scuola e varie realtà in cui si trova a vivere e operare.
Nello sport, anche l’allenatore deve partecipare alla formazione, per imparare a trattare e far crescere lo sportivo e la persona. Se conosce i propri allievi, sa come imparano, come reagiscono, come vivono le gare e quale livello possono raggiungere, e come intervenire sullo sviluppo e sulla performance senza applicare un metodo uguale per tutti.
Ci sono due categorie di allenatori. L’appassionato nello sport per tutti, che si presta per far divertire, insegna a giocare senza pretendere di sviluppare il talento e ha soprattutto bisogno di non commettere errori. E il tecnico del grande sport, che lavora sul talento, che va scoperto, studiato e sviluppato nel tempo per cogliere, continuare a sviluppare e impiegare tutte le potenzialità di cui dispone. Da un altro punto di vista la formazione, che si potrebbe anche chiamare educazione, significa portare un giovane alla completezza personale e sportiva.
L’obiettivo del sito è far conoscere una formazione che adotti i principi studiati e applicati alla squadra Primavera del Torino molti anni fa, che hanno portato una media di cinque, sei giocatori l’anno in serie A e alcuni in Nazionale. Si vuole proporre una cultura dello sport in grado di influire sulla personalità e sul carattere, in modo portare allo sportivo completo, che vince prima e più a lungo. Non si tratta semplicemente di crescere bambini più educati e a modo, ma di formare una figura di sportivo autonomo, responsabile e costruttivo, sul quale diventa molto più facile agire sulla performance.
Non è facile, perché ogni novità che mette in discussione un mondo finora immutabile può sembrare un’utopia, e se poi tende a eliminare delle scelte comode, poco impegnative e mai discusse, e dunque rassicuranti, può sembrare la proposta di un mondo ideale. È lo sport, però, che si adatta al poco, e senza qualcosa di nuovo e credibile sarà sempre così. Agli esperti del nostro campo non si chiede di trascurare la cura della performance, ma di fare un salto in avanti. È uno spreco di competenza lavorare su un giovane solo allenato a copiare e ripetere, ma non sullo sviluppo delle qualità della mente, tanto da ridurre la formazione a un banale addestramento.
Un esempio che dimostra la mancanza di una cultura dello sport e anche di cultura vera. Un giocatore, per festeggiare la conquista di un trofeo importante, si fa riprendere da una televisione mentre espone una maglia con i colori della squadra avversaria ingentilita da una scritta di rara volgarità e rozzezza. La stessa televisione mostra una bara con il nome di un giocatore della stessa squadra scritto sul coperchio. E lo stesso giocatore, in un’altra trasmissione, era stato lodato per le sue indubbie qualità, e definito un soggetto che va guidato, ma direi forse anche di più.
Qualche commento o scusa da parte di qualcuno? Da nessuno.
Ti è piaciuto questo articolo?
Forse vuoi leggerne altri... Ecco alcuni articoli che hanno un argomento simile: