Gazzetta. Pudori, reticenze e atteggiamenti da sbruffone sono normali all'interno di qualsiasi squadra.
Allenatori, viva la tolleranza. Ai giocatori, soprattutto giovani, non si possono imporre restrizioni.
Meglio discutere e dare consigli solo quando si è chiamati in causa.
L’approccio all’argomento deve essere spontaneo per evitare curiosità. E bisogna ricordarsi che ognuno vive la sessualità a modo suo.
Sedute di discussione alla Primavera del Torino nell’anno 1978, pubblicate dalla Gazzetta sportiva.
Come e quando parlare di sesso e sport?
Gli argomenti che non fanno parte del nostro lavoro si affrontano quando si presentano. Ciò è vero soprattutto per quel che riguarda il sesso, che diventa un problema solo quando crea problemi.
Ci può essere il ragazzo che si masturba troppo, anche se bisogna fare attenzione che non sia una vanteria o una presa in giro da parte degli altri. Ci può essere chi ha problemi con il ragazzo o la ragazza e si rivolge a noi perché si fida. O, ancora, possiamo voler dire la nostra sul rapporto sesso-sport riguardo agli effetti sul rendimento.
Col bambino o il preadolescente che chiedono, limitiamoci a rispondere nel modo più naturale, per non creare inutili curiosità. Col ragazzo che vuole condividere un segreto che gli pesa, ascoltiamo e diamo un parere senza imporre soluzioni perché queste sarebbero le nostre e non le sue, e gli creerebbero altra insicurezza.
A chi esagera con la masturbazione, chiariamo che per questo non è mai morto nessuno, ma che il suo comportamento è un'insicurezza che si manifesta con un problema verso il sesso e non una sana disinvoltura.
In ogni caso, attenzione a non creare disagio o fobie contrarie, per non trovarci con un giocatore che la domenica non rende perché il lunedì prima ha fatto sesso.
Vincenzo Prunelli
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