Le domande degli allenatori

Chi è coraggioso passa quasi inosservato. Fa ciò che la situazione richiede senza bisogno di sbalordire. Si aspetta il risultato più che l’applauso, e quindi mette in atto intenzioni e iniziative utili e necessarie, e non quelle che stupiscono e affascinano il pubblico.

In pratica,

  • crea e dirige le situazioni, e non si adatta a neutralizzare quelle dell’avversario.
  • Cerca di creare l’imprevisto piuttosto che limitarsi a rispondere a ciò che sta avvenendo.
  • S’impegna a fare sempre il meglio anche quando potrebbe accontentarsi.
  • Non offre inutili dimostrazioni di "carattere" per convincere se stesso e gli altri di non avere paura.
  • Cerca di non sbagliare, ma non teme l’errore. Prova e sperimenta il nuovo, e si confronta con situazioni difficili anche a rischio di andare incontro a uno svantaggio.
  • Si mette alla prova quando è necessario per migliorarsi.
  • Cerca di rendere concreto ciò che è consentito ai suoi mezzi.
  • Ci mette sempre del suo per andare oltre ciò che gli si può chiedere e insegnare.
  • Lavora sul proprio talento: utilizza tutte le risorse di cui dispone all’efficacia possibile e non si limita a eseguire.
  • Negli sport di squadra è un leader vero, perché sa coordinare le iniziative di tutti, soprattutto, perché è disponibile a mettersi al servizio della squadra e a rimediare all’errore di un compagno senza timore di incorrere in un insuccesso.
  • Cerca di fare al meglio tutto ciò che la situazione richiede, impiega tutte le risorse senza calcoli ed è sempre all'altezza delle proprie possibilità, tante o poche che siano.

Non si vuole descrivere lo sportivo perfetto, che sarebbe un’illusione. Chi è coraggioso fa al meglio ciò che la situazione richiede, impiega tutte le proprie risorse senza calcoli ed è sempre all'altezza delle proprie possibilità, ma anche lui ha paura di sbagliare. Non tenta quando il risultato possibile non vale il rischio e lascia che il compagno risolva i propri disagi se può farlo da solo.

Vincenzo Prunelli

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