Le domande degli allenatori

Si può sviluppare la volontà nei bambini, in modo che diventi qualità definitiva? 

Il bambino è stimolato da ciò che percepisce, dalla possibilità di soddisfare un desiderio del momento e dal piacere che ricava da ciò che sta facendo. Ogni istruttore, infatti, sa che un bambino smette appena non si diverte più.

La volontà non è una virtù naturale né una scelta che si può esercitare senza un obiettivo e la sicurezza di avere i mezzi per poterlo raggiungere. Il bambino agisce per soddisfare un piacere, gioca per natura e le sue motivazioni si rafforzano man mano che scopre le attitudini e sviluppa nuove abilità. E già questo ci impone di chiedere, e non solo al bambino, solo ciò che egli può dare.

Il bambino non si accontenta di eseguire, e non prova interesse per i vantaggi che potrà ottenere in futuro. Gioca per vincere adesso, per interesse e per un piacere da gustare subito, e l’avversario è un compagno di gioco, e non un rivale da sconfiggere per sentirsi superiore, mentre la spinta a migliorarsi è data principalmente dall’impulso a superare il naturale sentimento d’incompletezza, dal nostro apprezzamento e il disagio di sentirsi ancora incapace e incompleto nei confronti dell’adulto.

Se ha talento, lo sviluppo, oltre che dal gioco, è anche favorito dalla maggior dotazione, ma occorre tenere conto che ogni tappa dello sviluppo ha precise esigenze, ed evitare la tentazione di sopravvalutarlo perché si senta incoraggiato, oppure di sottovalutarlo per spingerlo a un maggior impegno, altrimenti le motivazioni possono rimanere inattive o, addirittura, estinguersi.

Le motivazioni, quindi, nel bambino sono sollecitate dallo sport proposto come gioco, dalla vittoria come piacere e non come obbligo, dall’iniziativa libera da vincoli e schemi obbligati e dalla possibilità di valutarsi da ogni gesto senza dover “lavorare” per il risultato. Conta ovviamente anche il confronto con l’avversario, ma solo per verificare i progressi e affinare la propria abilità, e non per imporre la propria supremazia.

il bambino, quindi, anche quando ha il vantaggio di una maggiore dotazione e di abilità del tutto personali, ha bisogno di acquisire sicurezza, e lo sport gli offre la possibilità di affrontare e risolvere situazioni sempre nuove, di diventare sempre più padrone dei propri gesti, di sbizzarrirsi con la fantasia e provare senza paura di sbagliare, di conquistarsi il rapporto con l’adulto e di essere apprezzato per ciò che sa fare.

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