Le domande degli allenatori

Come invogliare i ragazzi e sviluppare partecipazione, responsabilità e inventiva dopo una giornata pesante di scuola? 

Innanzitutto, l’allenamento reso gradevole elimina la stanchezza e la noia della scuola.

Poi, la stanchezza nello sport, anche dopo una giornata di scuola o di lavoro, è soprattutto mancanza d’interesse, ed è solo in parte fisica. E quindi, se proprio la vogliamo usare questo termine, chiamiamola stanchezza mentale e affrontiamola come tale.

Non è il caso di pensare ad allenamenti più leggeri, naturalmente se sappiamo dosarli secondo le necessità e i periodi evolutivi, ma ad allenamenti più interessanti e piacevoli, il più possibile simili alla gara e svolti in un ambiente gradevole.

Evitiamo di parlare di sacrifici, di renderci sgradevoli con il nostro comportamento, di voler far vedere che con noi si lavora e basta, di opprimerli con i nostri malumori, di far pesare le nostre delusioni e scaricare su di loro accuse e rimproveri se sbagliano o se la squadra va male. Non limitiamoci a impartire ordini, ma facciamo in modo che giochino e si divertano, lasciamo molta libertà d’iniziativa e di azione, perché l’ingegno che lavora stimola interesse e annulla la fatica. E accettiamo che si rida e si scherzi, perché se l'allenamento dà piacere, è sempre creativo, e difficilmente verrà fuori la fatica.

Come tradurre la partecipazione e l’inventiva in impegno e responsabilità? Se gli allievi conoscono gli obiettivi dell'allenamento e hanno la libertà per gestirli anche con la loro inventiva, realizziamo condizioni di vera partecipazione. Troviamo, infatti, libertà di esecuzione, l'opportunità di creare nuove soluzioni e di metterle subito in pratica, dialogo, possibilità di individuare nuovi metodi e obiettivi e responsabilità nell'applicarli e nel conseguirli.

Senza queste condizioni, si rischia di offrire soltanto la possibilità di fare da soli nell'esecuzione di un comando già stabilito, una specie di pseudo partecipazione o di affidamento controllato. Nello sport attuale non è poco, ma se vogliamo impegno e partecipazione vera, dobbiamo concedere tutte queste opportunità sia in allenamento sia in partita, in modo che gli allievi sappiano che l'attività dipende anche da loro e se ne sentano responsabili.

E se approfittano di tutta questa libertà per fare come vogliono? Teniamo conto che la trasgressione è la risposta a un’imposizione o il tentativo di sfuggire a qualcosa che non piace, e che le motivazioni più prementi sono l’apprezzamento dell’adulto e la possibilità di dare libero sfogo alla propria creatività e iniziativa.

Come chiamare in causa la creatività, la possibilità di decidere e di essere decisivi, l’iniziativa non imposta e la responsabilità, che sono i veri stimoli per impegnarsi anche in allenamento? Studiamo insieme schemi e tattiche, inventiamo iniziative e cerchiamo la soluzione dei problemi e le decisioni da assumere in gara. Spieghiamo sempre cosa vogliamo ottenere e lasciamo che siano loro a studiare e mettere in pratica i percorsi e gli strumenti per arrivarci. Noi dobbiamo essere gli esperti che intervengono solo per stimolare nuove idee, per aiutare a superare le difficoltà quando serve la nostra esperienza, e per garantire che ciò che si fa vada nella direzione giusta.

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