Le domande degli allenatori

Perché per qualche tempo una squadra sembra giocare un collettivo vero e poi non regge?

Diamo prima una descrizione del collettivo. È uno stato dell'animo, un dialogo senza parole che coinvolge tutti nello stesso tempo, un'idea comune in continua evoluzione e movimento che corre per il campo, e alla quale collabora tutta la squadra. Nello stesso momento, quindi, c'è chi inizia l'azione, chi si dispone per continuarla e chi si pone nella situazione migliore per riceverla.

È la consapevolezza che ognuno fa la propria parte, propone e risponde sapendo di essere capito, di poter sempre contare sull'aiuto di tutti, di essere essenziale per il funzionamento della squadra e di non essere mai solo di fronte alla difficoltà.

Non basta, però, giocare insieme. Occorre pensare, creare, proporre e collaborare, altrimenti si formano solo degli esecutori, e non può esserci collettivo vero, anche se in periodi favorevoli può nascere qualcosa di simile senza aver fatto nulla perché avvenga. Può avvenire dopo una serie di risultati utili per un'euforia che coinvolge la squadra, regala gloria a tutti, azzera tensioni e rivalità, annulla le pressioni esterne e interne, offre più spazio alla creatività e all'iniziativa dei giocatori e alla fine diventa sicurezza. Tutti operano come fossero leader, e nessuno rema contro, perché nessuno è escluso.

Senza condizioni ben precise, questo collettivo occasionale resiste finché dura il vento favorevole. Non regge quando è necessario confermarsi, poiché non si cerca di capire le cause del momento favorevole, subentra una sfiducia pari alla sicurezza precedente, e spesso le squadre si trovano più indietro di prima.

Come farlo reggere?

Occorre:

  • capire e stabilizzare i motivi e i meccanismi per i quali la squadra si è avvicinata al potenziale possibile;
  • non accontentarsi del risultato, ma fissare regole e metodi condivisi per ripetersi;
  • non pensare a una condizione acquisita perché, se non si lavora per un miglioramento, inevitabilmente si torna indietro.

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