Le domande degli allenatori

Perché, a volte, certi soggetti criticano i miei metodi anche contro l’evidenza o non hanno idee proprie da proporre? 

Capita che qualcuno senta il bisogno di mettersi in mostra e di cercare un ruolo che lo ponga sopra i compagni.

Spesso sono soggetti che cercano di neutralizzare qualche disagio personale, magari quelli che fuori dello sport si comportano da bulli e, non potendosi permettere di più, si limitano a complottare contro. O altri che non si sentono apprezzati per quanto credono di valere, i campioncini, i già arrivati che credono di sapere e, rifiutando gli insegnamenti dell’istruttore, giocano contro se stessi e il proprio talento.

Potremmo, però, avere sbagliato noi. Magari non riconoscendo i meriti e i pregi di quelli più bravi “perché non si montino la testa”, o rifiutando delle opinioni anche sbagliate, senza spiegare e fare ciò che è necessario per aiutarli a correggersi, perché “noi sappiamo e loro devono solo eseguire”.

Che cosa fare? È certo che siamo più preparati, ma questo non significa che un giovane non abbia anche opinioni che ci possono essere utili. È una questione di metodo nella conduzione. Se vogliamo che siano d'accordo con le nostre idee e i nostri metodi, dobbiamo coinvolgerli, esporre, discutere e analizzare insieme e, quando è il caso, anche adottare le loro soluzioni.

E allora lasciare che comandino loro? L’adulto che si conquista il rispetto e la stima del giovane, non ha mai torto, anche perché ha la maturità per cambiare opinione e non ha paura di valorizzare gli altri. In questi conflitti, infatti, non c’è una gara per fare meglio e prevalere per il valore dei meriti.

Poi c’è qualche altra cosa da ricordare. Otre ad avere collaborazione e contributi, possiamo ascoltare, conoscere la loro opinione senza aspettare che, per contare, si mettano contro e ci facciano perdere la faccia, incoraggiare la creatività di tutti e imparare qualcosa di nuovo anche noi.

Come comportarsi in questo caso? Forse c'è ancora tempo per discutere e capirsi, anche se dobbiamo cambiare qualcosa. Ascoltiamo le loro proposte e, se non le condividiamo, aiutiamoli a capire e correggersi, e intanto facciamo un po' di retromarcia. Questo comportamento può anche non piacere, ma il modo migliore di agire è coinvolgerli, facendo sì che espongano le loro proposte, e magari di smascherarli senza astio se non hanno nulla da dire, cercando nello stesso tempo di offrire e di migliorare anche le nostre.

Altra cosa se i toni sono arroganti e le intenzioni distruttive. In ogni parte di questo sito si parla di responsabilità e di conseguenze di fronte a comportamenti non accettabili. Qualcuno dice che sono giovani e alla fine capiranno. Proprio perché sono giovani, ritengono lecito ciò che viene permesso e una volta acquisito non lo lasceranno più, devono andare incontro a una conseguenza. Non a una punizione, che lascia sempre dei segni negativi, ma a uno svantaggio che sarà ritirato solo dopo un cambiamento vero.

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