Un genitore dichiara la propria soddisfazione per il rapporto che ha saputo instaurare con il figlio. Per un’intuizione personale, è passato da un sistema direttivo, da adulto che sa a giovane che deve soltanto imparare, a una condivisione che rende entrambi artefici attivi del rapporto. L’età in cui un giovane pretende di contare è calata, ma non si è riusciti a renderla produttiva, come dimostra il disagio di tanti che sono privi di autonomia, iniziativa e di una chiara identità. E il rapporto che vedeva il genitore come autorità e il figlio che doveva aspettare l’età adulta per essere considerato capace di pensare e decidere non regge più.

Qualcuno dice che devo spingere mio figlio a essere ambizioso e a non porsi limiti, altri che devo semplicemente farmi sentire vicino, e altri ancora che mi suggeriscono di non dargli consigli tecnici perché possono essere in contrasto con quelli dell’istruttore. A chi devo credere?

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