Lo sport

Spesso il ragazzo superdotato fallisce anche se trova condizioni favorevoli. I motivi stanno nella sua specificità e in certe particolarità del suo sviluppo, ma soprattutto negli errori di chi lo educa. Specie quando dimentica che il superdotato è una pura potenzialità da coltivare, è capace di straordinari sviluppi, ma anche di fallimenti o disadattamenti altrettanto vistosi.

Quasi sempre ci inganna il fatto che nella prima infanzia il superdotato non abbia molti problemi...

Impara e rende bene perché sempre incoraggiato e appagato da continue attestazioni . in pratica il bambino non ha insuccessi né insoddisfazioni, perché accontenta tutti e non sente ancora l’impazienza di scoprire e inseguire traguardi personali.

Ne siamo fieri è proprio il nostro compiacimento lo abitua a un’autostima che sarà messa a dura prova già ai primi contatti fuori della protezione della famiglia. L’ambiente esterno non solo rifiuta di trattarlo da superdotato, ma rispondi a questa sua pretesa imponendogli più difficoltà e frustrazioni. Per il superdotato, quindi, i problemi arrivano quando si deve misurare, nella scuola, o anche solo nel gioco. Si accorge allora di non poter sempre vincere, ma, soprattutto, che gli altri, coalizzati, diventano l’opinione che conta. Altre volte, invece, questi bambini resistono in modo inspiegabile a qualsiasi pressione. in certi casi, forse, proprio il naturale ritardo fisico diventa un difetto e un’inferiorità da superare. L'oratore greco Demostene era un giovane geniale, ma anche balbuziente. Per superare questo limite si allenò a parlare per ore con dei sassolini in bocca fino a diventare un maestro nell'arte della parola. La forza di queste compensazioni la vediamo anche nello sport, dove molti successi nascono a compensazione di un deficit fisico dell'infanzia.

C'è poi il caso del bambino di intelligenza buona, ma non eccezionale, trattato da superdotato. Antonietta, diciassette anni, sembra disinteressata alla scuola e, forse, ha già conosciuto la droga. La madre non sa farsene una ragione: “A tre anni parlava con tutti, era una piccola adulta. A cinque sapeva leggere e scrivere. L'abbiamo seguita molto. Erano gli altri a giudicarla intelligente. Oggi è intrattabile”.

Talvolta un gesto, una battuta pronta, un'iniziativa logica o una vivacità esuberante appaiono indizi particolare ingegno e possono illudere di avere un bambino eccezionale. Il bambino sopravvalutato dagli adulti, specie dei genitori, sviluppa modi e atteggiamenti tali da accattivarsi ulteriori attenzioni. Antonietta in un primo tempo ha confermato tutte le speranze: le sue iniziative, sempre magnificate e accettate senza correzioni, sono diventate una spinta all'azione e una conferma implicita di quelle capacità che le venivano attribuite.

In un secondo tempo, però, la mancanza di conferme e l’impreparazione ad adattarsi alle esigenze della sua fase di sviluppo e a valutarsi in modo realistico le hanno generato pesanti insicurezze e frustrazioni dalle quali ha creduto di potersi sottrarre imponendo un’arroganza incontrollata.

 

Da tuttocome de La Stampa Numero 279. Martedì 29 agosto 1990. 19 - Settimanale della casa e del tempo libero

Per gentile concessione de La Stampa

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