Qualcuno dice che non mirare oltre i limiti sia un freno alle ambizioni, l’accontentarsi di poco, lasciare possibilità inespresse o favorire l’appagamento. Parlare di normalità come del massimo dell’efficacia, quindi, va contro il pensiero comune che la ritiene contraria all’ambizione, ma rischiare critiche vale la pena, perché chiedere a un giovane più di quanto possa dare, è uno degli errori più negativo della nostra epoca.
I tempi sono cambiati
Un tempo, i figli accettavano una posizione subordinata e condiscendente almeno fino all’adolescenza, ma tanti oggi trovano facilmente le contromisure o si ribellano.
La protezione all'infinito
La protezione è dare ai giovani tutto pronto, non affidare compiti né chiedere impegno o, anche, liberarli da qualsiasi incombenza perché riescano meglio nella scuola oppure nello sport. Educare è essere pronti a rispondere ai dubbi, limitarsi a offrire opinioni e portarli a trovare da soli le soluzioni.
Chi si crede già campione
È la solita caratterizzazione all’eccesso che non riguarda soltanto lo sport. Come sempre, però, non si vuole dipingere un quadro solo negativo, ma rilevare rischi ed eventuali conseguenze.
Quando il talento deve tirare le somme
Per il talento, l'adolescenza è il tempo in cui deve capire dove vuole arrivare, chiedersi che cosa deve fare, cambiare marcia e lavorare per il futuro
Lavorare sulle qualità e i mezzi di ognuno
Lo sport è e sarà sempre un grande strumento educativo, che soddisfa tante esigenze motorie, evolutive e psicologiche di chi lo pratica, ma non dedica ancora una sufficiente attenzione a molte possibilità e potenzialità, e insegna partendo dalle soluzioni.
Più tensione, meno rendimento
Il rendimento non è semplicemente essere in forma e mettercela tutta, perché ci sono altre condizioni facili da procurare e difficili da controllare.
Facciamo un discorso complicato, da un Natale in cui ci sarà tanto tempo da riempire.