L'apprendimento è un fenomeno omogeneo, ma per necessità di analisi distinguiamo quattro tipologie o aspetti di uno stesso processo: ...
... l'assorbimento di informazioni, l'assunzione di messaggi impliciti, che sono i nostri caratteri di adulti, e gli apprendimenti che potremmo definire “attivo” e quello “produttivo”.
Mentre i primi due sono ovvi, gli altri hanno bisogno di alcune precisazioni.
Nell’apprendimento “attivo", l’allievo acquisisce ciò che noi trasmettiamo partecipando a tutto il processo che porta alla conoscenza: dal bisogno di sapere all'assunzione dell'informazione, fino agli usi che se ne possono fare. Questo tipo di apprendimento procede per tappe successive. Dopo un primo momento in cui l’allievo assorbe senza sentire il bisogno di criticare, inizia a chiedere per sapere, per risolvere dei dubbi, per verificare le sue e le nostre opinioni, per scoprire fin dove si può spingere da solo e intanto si abitua a dire la propria, a proporre e a pretendere che accettiamo i suoi punti di vista. È la fase della critica, in cui ha anche bisogno di cogliere e verificare i collegamenti fra le informazioni e le conoscenze che già possiede.
Che cosa fare per rendere attivo l'apprendimento? Anticipiamo gli obiettivi e gli usi che vogliamo o anche solo possiamo fare delle conoscenze, e dopo lasciamoci "interrogare": discutiamo, sollecitiamo dubbi e curiosità e lasciamo spazio alle interpretazioni e alle conclusioni, in modo da creare un terreno già predisposto ad accoglierle. Individuiamo insieme nuove ipotesi e obiettivi, in modo che chiedano o, ancora meglio, trovino da soli i percorsi per raggiungerli. Forniamo solo l'aiuto di cui hanno bisogno per superare ogni passaggio verso la soluzione e quindi aiutiamoli dove non ce la fanno, ma solo per fornire gli strumenti per procedere da soli.
In pratica, facciamoci "usare" perché si costruiscano le proprie conoscenze e opinioni e si preparino al passo successivo, che è l'andare oltre da soli. Così l'informazione diventa acquisizione definitiva e intanto assicura la possibilità di superare i contenuti che ricevono. In questo modo, infatti, possono adattare le informazioni agli schemi di cui già dispongono, e trasformarle in contenuti personali che non hanno più bisogno di verifiche o di conferme.
A questo punto, è naturale e automatico il passaggio all'apprendimento “produttivo", che significa acquisire i meccanismi che determinano le conoscenze e le situazioni e scoprirne le regole e gli usi per poterli poi trasferire ad altre situazioni simili. O, a un livello più elevato, metterle al servizio dell'attività creativa per andare oltre i dati conosciuti.
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