educatore che cerchiamo

  • L’allenatore ha il compito di portare l’allievo al livello consentito dal fisico e dal talento, ma anche di essere un educatore che cresce un futuro adulto autonomo, responsabile, creativo e adeguato alle esigenze dello sport e dell’ambiente.

  • Attenzioni devono essere dedicate a tutti, perché l’obiettivo della formazione è lo sviluppo di tutte le qualità di qualsiasi allievo a prescindere dal talento di cui dispone. Altre, più accorte, devono essere dedicate in particolare al talento vero che si trova nei settori giovanili importanti, dove la differenza è che sono tanti e possono scambiarsi abilità tecniche di livello superiore, e non dove si pratica lo sport per tutti, in cui gli obiettivi principali sono divertirsi e fare attività fisica.

  • Chiunque, nella famiglia, nella scuola e nello sport, abbia a che fare con i giovani, ha il compito di educare, che può esercitare in modo positivo o negativo. Oggi tracciamo un’immagine di quello positivo che, se capito, va soltanto ricordato ed esercitato, e diventerà una traccia per educare. Questa trattazione interessa soprattutto la famiglia e lo sport, ma dà alla scuola l’opportunità di valutare i propri metodi.

  • Un figlio geniale è un sogno segreto di molti genitori: ma la grande intelligenza non è sempre una virtù.
    Il bambino precoce in teoria è un privilegiato: spesso però è più fragile dei coetanei “normali”, più bisognoso di appoggi. In caso contrario va incontro a insoddisfazioni che possono degenerare in veri casi di disadattamento.

  • Il talento è avvantaggiato perché prevale nel gioco e nella prestazione, ma spesso, per la propria dotazione è sottoposto a maggiori richieste, deve adattarsi agli altri a spese delle proprie capacità, tenere a freno la vivacità creativa e pagare con profonde insoddisfazioni uno sviluppo incompleto del proprio talento.

  • Si parla spesso di “sport pulito”, e qualcuno si chiede che cosa voglia dire.

Tehethon